“Macte animo!” non sia solo un vestito da indossare nei giorni di festa per la squadra del cuore. In questi tempi tristi per la Salernitana, con giornate del calendario calcistico segnate da continue sconfitte sportive senza vedere in campo sudare la maglia nonostante il sostegno appassionato della tifoseria, abbattersi sarebbe una ulteriore autoflagellazione.
Molto meglio farsi forti del principio che nello sport si può vincere ed anche perdere. Pertanto la retrocessione della Salernitana in serie B – ancora matematicamente non maturata ma prossima, forse questione di ore – risulti una puntura salutare per ripartire verso nuovi traguardi da cercare di coronare con in sintonia tutte le componenti interessate. Dopo una stagione sportiva a dir poco mortificante, chi ha le redini della Salernitana non si sottragga all’obbligo di ristrutturare quadri dirigenziali e tecnici: allestendo un gruppo di lavoro solido.
Il presidente in carica Danilo Iervolino ha le potenzialità sia umane che finanziarie, come ha già dimostrato anche nel calcio che non è scienza esatta, di far sgorgare nuovamente il sinallagma d’amore per i colori granata. Fondamentale risulterà non perdere la bussola e tracciare una rotta chiara, con capitano ed equipaggio pronti-desiderosi di remare tutti dalla stessa parte. L’eredità di questa retrocessione in itinere, d’altronde, è preziosa: se non si fa squadra, il naufragio che ne segue “annega” ogni passione. E per un pizzico di orgoglio, o peggio scarsa volontà di tornare sui propri passi, davvero qualcuno vuol rinunciare al pensiero di poter riprendere a gioire tutti insieme per la Bersagliera?
Per darsi una risposta, magari, proprio tutti si riavvolga il nastro degli ultimi tre campionati in Serie A e se ne traggano le dovute riflessioni del caso per non retrocedere anche fuori dal campo di gioco. D’altronde gli amici, quelli veri, si vedono nel momento delle difficoltà e quello attuale lo è per la Salernitana e chi davvero ne ha a cuore il destino.