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Rifiuti dalla Tunisia, 50 comuni nel mirino del pm

Montemurro indaga sui funzionari degli enti pubblici che hanno pagato la Sra
Rifiuti dalla Tunisia, 50 comuni nel mirino del pm

Come mai i Comuni, una cinquantina del Salernitano e della Basilicata, hanno pagato per il trattamento dei rifiuti senza avere la documentazione da parte della Sra dell’avvenuto smaltimento secondo legge? A questa domanda dovrà rispondere una parte dell’inchiesta sul trasferimento in Tunisia dell’immondizia che la Dda di Potenza sta conducendo su poco più di una ventina di realtà comunali lucane ed altrettante salernitane e che non si ferma, quindi, solo ed esclusivamente ai nove arresti e ai due obblighi di dimora disposti giovedì scorso dal Gip del tribunale potentino. Il Pm Vincenzo Montemurro, che dirige le indagini, ha individuato l’anello principale dell’intera catena che disastrosamente ha autorizzato il trasferimento all’estero di oltre 200 container pieni di spazzatura.

Si tratta come riportato ieri da La Città, dell’anello della superficialità e negligenza degli uffici regionali della Campania nel dare l’ok all’operazione Tunisia, basandosi su documenti lacunosi, spesso pezzi di carta addirittura senza timbro e firme o emessi da chi non aveva titolo a farlo e valutati come idonei. Ora il magistrato inquirente accende un faro sull’anello più basso, per certi versi basilare: quello dei comuni. Grazie all’attività investigativa dei carabinieri del Noe di Salerno, al comando del tenente Andrea Grasso, e della Dia di Potenza si è passati all’esame delle eventuali responsabilità in carico ai funzionari comunali nel aver dato via libera ai pagamenti alla Sra. Gli investigatori stanno acquisendo una serie di documenti dai quali emergerebbe il pagamento dei Comuni alla Sra per il servizio reso pur in assenza dell’avvento smaltimento secondo la normativa vigente. Se i comuni si fossero rifiutati di pagare, l’affaire Tunisia sarebbe balzato probabilmente prima agli onori della cronaca.

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