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Battipaglia, palazzi e pm: archiviazione per Motta

di Carmine Landi
Particella contesa: vana la controquerela di Ragone contro nove persone, tra cui il prof consulente della Procura
Battipaglia, palazzi e pm: archiviazione per Motta

Giuseppe Ragone aveva denunciato tutti. L’ex dirigente dell’Area finanziaria municipale, che per le vicende riguardanti il palazzo di cui è comproprietario, in pieno centro, dovrà comparire davanti al giudice in udienza predibattimentale in compagnia dei titolari delle altre quote del rudere bloccato, aveva querelato il già consigliere comunale Gerardo Motta, l’architetto di fiducia di quest’ultimo, Antonio Mauriello, gli eredi dei padroni della particella contestata, Giovanni senior e junior, Raffaele, Sabato e Antonio Procida, il notaio Ludovico Maria Capuano, che aveva autenticato il preliminare di vendita del cespite, e perfino il professor Antonio Formisano, consulente della Procura nelle indagini che gli erano valse il decreto di citazione. Tutto vano: nelle scorse ore, infatti, il gip Pietro Indinnimeo ha accolto la richiesta d’archiviazione del procedimento penale, avanzata dal pm Bianca Rinaldi, che non nutre alcun dubbio sull’azione legale di Ragone, ritenuta «strumentalmente incardinata a fini difensivi».

Le denunce

Ragone, assistito dall’avvocato Giovanni Grattacaso, aveva sporto due denunce dopo aver ricevuto, insieme agli altri comproprietari dello stabile all’angolo tra via Mazzini e via Briga e Tenda, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, che gli ha consentito di visionare l’intero fascicolo dell’inchiesta che lo riguardava, delegata ai carabinieri della Stazione di Battipaglia (luogotenente Giuseppe Macrì), coordinati dalla locale Compagnia, agli ordini del capitano Samuele Bileti. In quel fascicolo, Ragone e gli altri sono imputati per concorso continuato nell’errore determinato dall’altrui inganno, sfociato in falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale: in ballo c’è una particella di 47 metri quadri, un cortiletto retrostante lo stabile, inserita nell’istanza di permesso di costruire senza che gli asseriti proprietari, stando a quanto accertato dagli inquirenti, vantassero alcun titolo su di essa.

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