«Non riesco più a vivere». Lo straziante sfogo di Massimo Troisi, uno dei fratelli di Maria Rosa, la 37enne d’origini solofrane che il 20 settembre del 2023 fu assassinata dal marito, l’idraulico battipagliese Marco Aiello, riecheggia nell’aula semivuota della Corte d’assise di Salerno. Sono le prime parole dei familiari della vittima, che dal dì del femminicidio hanno deciso di vivere il proprio dolore nel silenzio, senz’alcuna uscita pubblica, ad eccezione d’una lettera declamata dall’altare della Collegiata di San Michele Arcangelo di Solofra nel giorno dei funerali della sorella. Ieri mattina, la Corte d’assise, presieduta dal giudice Domenico Diograzia, ha acquisito le dichiarazioni rese dal 51enne. che da decadi, insieme al fratello Francesco, vive a Leyton, alle porte di Londra: i due, assistiti dall’avvocato Norma Marranzini, si sono costituiti parte civile nel processo a Salerno.
Il rammarico
Massimo Troisi ha manifestato tutto il rammarico per non essere riuscito a scongiurare il delitto di via Flavio Gioia, in località Lagomare di Battipaglia: «Mi sono sentito impotente. Se avessi saputo quanto stava accadendo, l’avrei portata via», le amare parole dell’uomo, che ha risposto pure alle domande di Licia Vivaldi, pm titolare del fascicolo. Al collegio, ha riferito anche di non avere più, e non per proprio volere, alcun rapporto con i nipotini di 13 e sette anni, figli della vittima e dell’idraulico: «Non li vedo e non li sento da un anno», lo sfogo del 51enne di Solofra.
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